domenica 6 febbraio 2011

GRETA GARBO

Greta Garbo è stata la diva più famosa del cinema fra le due guerre e l'ultima grande attrice romantica. Influenzò l'aspetto di una intera generazione: il modo in cui acconciava i capelli, il maquillage, i suoi  abiti hanno fatto epoca. Il suo viso meraviglioso fu definito «il volto di questo secolo», squisitamente bello, eppure posseduto da una tristezza indefinibile, ossessionante. Languidamente indifferente, però capace di proiettare un'immensa passione...  e poi quegli occhi profondi, spirituali, che si immaginavano azzurri, ma sembravano molto più scuri sotto le ciglia straordinariamente lunghe.

La sua era una bellezza di  tipo particolare, diversa dai canoni di moda in quegli anni: fisico alto con spalle larghe, seno piccolo, grandi mani e lunghi piedi, andatura maschile.
Kenneth Tynan scrisse: "Quello che nelle altre donne uno vede quando è ubriaco, nella Garbo lo vede quando è in sé". 
Fu chiamata "La Divina", "La Sfinge svedese", "Super Svenska",  "Mademoiselle Hamlet"  a sottolineare il mistero che contraddistingueva la sua vita privata, difesa con caparbietà fino alla fine.  Questa sua riservatezza e la sua bellezza senza tempo, fecero nascere la leggenda Garbo.
Ricorda Tina Lattanzi, doppiatrice italiana dell'attrice, "la Garbo, vista dal leggio di doppiaggio al di qua dello schermo, emana un glamour inconfondibile ed emozionante, impreziosito da una recitazione quanto mai espressiva giocata su minime sfumature".
Di temperamento schivo, rinchiusa nel suo mondo emotivo, non amava la mondanità e non fu mai schiava dello star system hollywoodiano.  Confessò ad un amico: " Io sono una creatura, tutto sommato, insignificante. Non voglio troppa attenzione. Se a qualcuno piaccio, questo mi fa piacere. Altrimenti mi dà fastidio. "  Rilasciò rarissime interviste,  non partecipò mai ad una prima di un suo film, fuggì  dai fotografi e dai fans, di cui nemmeno apriva le lettere, e rifiutò sempre di firmare autografi.

Disse di lei Clarence Brown, il regista che la diresse in diversi film: «Greta Garbo aveva qualcosa che nessun altro aveva sullo schermo. Nessuno. Non so se ne fosse consapevole, ma era proprio così. E posso spiegarlo in poche parole. Giravo una scena con lei e ottenevo un risultato discreto. La rifacevo un tre-quattro volte: veniva discretamente, ma io non ero mai soddisfatto per davvero. Quando però vedevo quella stessa scena sullo schermo, c’era qualcosa che sul set mancava. La Garbo nascondeva nello sguardo qualcosa che non si riusciva a vedere finché non lo si riprendeva in primo piano. Si poteva vedere il suo pensiero. Se doveva guardare una persona con gelosia, ed un’altra con amore, non doveva cambiare espressione. Si poteva cogliere il cambiamento nei suoi occhi mentre spostava lo sguardo da una persona all’altra. Nessun altro è mai stato capace di farlo sullo schermo. 





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