sabato 12 febbraio 2011

giovedì 10 febbraio 2011

My tatting


Ricordando dolci vacanze romane

Audrey Hepburn


Audrey, cresciuta in Olanda sotto il regime nazista, durante la seconda guerra mondiale studiò danza per poi approdare al teatro e infine al cinema.
Vincitrice di un Oscar, di tre Golden Globe, di un Emmy, di un Grammy Award, di quattro BAFTA e di tre David di Donatello, la Hepburn fu una delle figure di spicco del cinema statunitense degli anni cinquanta e sessanta.
Nel corso della sua carriera lavorò con registi come Billy WilderGeorge Cukor e Blake Edwards, oltre che con attori del calibro di Gregory PeckHumphrey BogartCary Grant,Rex Harrison e William Holden, e divenne famosa grazie a ruoli come quello della Principessa Anna in Vacanze romane (1953), interpretazione che le valse l'Oscar come migliore attrice, di Holly Golightly in Colazione da Tiffany (1961) e di Eliza Doolittle nel film musicale My Fair Lady (1964). Altri importanti film cui prese parte sono Sabrina (1954), Sciarada (1963) e Come rubare un milione di dollari e vivere felici (1966).
Negli anni settanta e ottanta apparve sempre più raramente sul grande schermo, preferendo dedicarsi alla famiglia. 
« Se fossi occupata a lavorare come attrice, mi sentirei come se stessi derubando la mia famiglia, mio marito e i miei figli, derubandoli dell'attenzione che dovrebbero ricevere »
Nel 1988 fu nominata ambasciatrice ufficiale dell'UNICEF e, fino alla sua morte, si dedicò assiduamente al lavoro umanitario, in riconoscimento del quale ricevette nel 1992 la Presidential Medal of Freedom e nel 1993 il Jean Hersholt Humanitarian Award.
Audrey Hepburn è stata proclamata nel 1999 la terza più grande attrice di sempre dall'American Film Institute, ed ha una sua stella sull'Hollywood Walk of Fame, al 1652 di Vine Street.




Audrey Hepburn ha ispirato la figura della criminologa Julia Kendall, protagonista della serie a fumetti Julia - Le avventure di una criminologa, creata da Giancarlo Berardi e pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore.
Nel 
2000 la Hepburn è stata impersonata da Jennifer Love Hewitt nel film per la tv The Audrey Hepburn Story.
Nel 
2003 il Servizio Postale degli Stati Uniti emise un francobollo illustrato da Michael J. Deas, raffigurante il volto dell'attrice.
In 
Cina, alcune immagini della Hepburn in Vacanze romane sono state ricolorate ed utilizzate per la pubblicità di un  verde.
Il vestito nero di 
Colazione da Tiffany, creato da Givenchy, fu messo all'asta da Christie's nel 2006 e venduto per la cifra di 467.200 sterline (circa 712.000 euro). Si trattava, però, di una copia del vestito utilizzato nel film, copia custodita da Givenchy, mentre quello realmente indossato dalla Hepburn si trova nel Museo del costume di Madrid.Marilyn Monroe non fu l'unica a cantare i famosi auguri di compleanno al Presidente degli Stati Uniti John Kennedy, anche la Hepburn, il 29 maggio 1963, ultimo compleanno di Kennedy, cantò "Happy Birthday, dear Jack". 
I compagni di danza del 1948 dicevano che la Hepburn era comunque di una eleganza innata: possedeva due gonne e due camicie, ma aveva decine di foulard da abbinare, ed in questo modo era sempre perfetta.

Nel 
1985 i Pizzicato Five scrissero una canzone intitolata The Audrey Hepburn Complex.

domenica 6 febbraio 2011

GRETA GARBO

Greta Garbo è stata la diva più famosa del cinema fra le due guerre e l'ultima grande attrice romantica. Influenzò l'aspetto di una intera generazione: il modo in cui acconciava i capelli, il maquillage, i suoi  abiti hanno fatto epoca. Il suo viso meraviglioso fu definito «il volto di questo secolo», squisitamente bello, eppure posseduto da una tristezza indefinibile, ossessionante. Languidamente indifferente, però capace di proiettare un'immensa passione...  e poi quegli occhi profondi, spirituali, che si immaginavano azzurri, ma sembravano molto più scuri sotto le ciglia straordinariamente lunghe.

La sua era una bellezza di  tipo particolare, diversa dai canoni di moda in quegli anni: fisico alto con spalle larghe, seno piccolo, grandi mani e lunghi piedi, andatura maschile.
Kenneth Tynan scrisse: "Quello che nelle altre donne uno vede quando è ubriaco, nella Garbo lo vede quando è in sé". 
Fu chiamata "La Divina", "La Sfinge svedese", "Super Svenska",  "Mademoiselle Hamlet"  a sottolineare il mistero che contraddistingueva la sua vita privata, difesa con caparbietà fino alla fine.  Questa sua riservatezza e la sua bellezza senza tempo, fecero nascere la leggenda Garbo.
Ricorda Tina Lattanzi, doppiatrice italiana dell'attrice, "la Garbo, vista dal leggio di doppiaggio al di qua dello schermo, emana un glamour inconfondibile ed emozionante, impreziosito da una recitazione quanto mai espressiva giocata su minime sfumature".
Di temperamento schivo, rinchiusa nel suo mondo emotivo, non amava la mondanità e non fu mai schiava dello star system hollywoodiano.  Confessò ad un amico: " Io sono una creatura, tutto sommato, insignificante. Non voglio troppa attenzione. Se a qualcuno piaccio, questo mi fa piacere. Altrimenti mi dà fastidio. "  Rilasciò rarissime interviste,  non partecipò mai ad una prima di un suo film, fuggì  dai fotografi e dai fans, di cui nemmeno apriva le lettere, e rifiutò sempre di firmare autografi.

Disse di lei Clarence Brown, il regista che la diresse in diversi film: «Greta Garbo aveva qualcosa che nessun altro aveva sullo schermo. Nessuno. Non so se ne fosse consapevole, ma era proprio così. E posso spiegarlo in poche parole. Giravo una scena con lei e ottenevo un risultato discreto. La rifacevo un tre-quattro volte: veniva discretamente, ma io non ero mai soddisfatto per davvero. Quando però vedevo quella stessa scena sullo schermo, c’era qualcosa che sul set mancava. La Garbo nascondeva nello sguardo qualcosa che non si riusciva a vedere finché non lo si riprendeva in primo piano. Si poteva vedere il suo pensiero. Se doveva guardare una persona con gelosia, ed un’altra con amore, non doveva cambiare espressione. Si poteva cogliere il cambiamento nei suoi occhi mentre spostava lo sguardo da una persona all’altra. Nessun altro è mai stato capace di farlo sullo schermo.