lunedì 31 gennaio 2011

STORIA

Ritrovamenti di navette all'interno di tombe fanno presupporre che il pizzo chiacchierino era conosciuto già dalla antica cultura egizia. Sicuramente dal Medio Oriente venne poi fatto conoscere in tutto il mondo incluso l'Europa.  Inizialmente considerato "merletto dei poveri" è dal 1700 che vide il suo periodo di gloria. Le navette utilizzate in quel periodo erano più grandi di quelle moderne e ricavate da materiali naturali. Le navette non potevano mancare all'interno dei necessaries delle nobildonne ed erano  in avorio, madreperla, osso di tartaruga, oro e argento con pietre incastonate o laccature colorate e persino con cristalli di rocca.. Maria Teresa d'Austria ricevette alcune navette come regalo di nozze dalla regina Elisabetta di Romania. Anche Madame de Pompadour fu una grande appassionata di questa tecnica e amava collezionare navette di ogni genere e materiale prezioso.



Esempio di copri calice.
 Sempre della stessa epoca erano lavori realizzati al chiacchierino mediante l'utilizzo di fili in oro arricchiti da pietre preziose per creare copri bicchieri e addobbi per altari. Nel 1864, dopo un lungo silenzio, il chiacchierino venne riportato in auge da  Eleonore Riego de la Branchardiere, una signora inglese che pubblicò dei libri sull’argomento inserendo nuove tecniche e rinnovando così la foggia del merletto. Eleonore divenne una pioniera nel ramo del merletto e tra il 1846 e 1887 rinnovò la tecnica del chiacchierino, lavoro a maglia e uncinetto. A lei è stato attribuito il nodo Josephina. [il nodo Josephina è molto utilizzato nella tecnica del chiacchierino ed è estremamente semplice da realizzare. Il suo ruolo è puramente decorativo]. La fine dell'età Vittoriana decretò la caduta d'interesse per quest'arte, che riprese a rivivere solo dopo la Seconda Guerra Mondiale insieme ad altri lavori di ricamo.





Madame de Pompadour, ritratto (olio su tela).

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